Una crescita del 33,1% dal 2014 al 2018. Un tessuto di 3100 imprese in Italia che danno lavoro a 155.000 persone
Un futuro che deve puntare su internazionalizzazione e capacità di saldare la filiera per cogliere lo slancio dell’uscita dalla crisi. Il settore ha attraversato un’età d’oro dal 2000 al 2008 grazie a un benessere diffuso, a un sistema finanziamento in leasing poi imploso. Poi è arrivata la crisi economica e c’è stato un crollo del -25% degli addetti. Al ridimensionamento hanno resistito con tenacia le imprese, che hanno resistito, grazie soprattutto all’export.
Tante le sfide sul tappeto, per le imprese, che devono essere pronte a combatterle, ad aprirsi al mondo : al 2017 la nautica era ancora al -14% di fatturato in meno rispetto al 2008. Ma siamo di fronte a una netta ripresa sostenuta principalmente dall’estero: l’export nautico nel periodo 2013-2017 è cresciuto del 72%”. E le prospettive sono di ottimismo come emerge dai sondaggi di Eures tra gli imprenditori che, da qui al 2025 prefigurano la capacità del settore di recuperare interamente gli spazi di mercato che avevano prima della crisi economica. Sul rilancio influirà anche la capacità di mettere insieme la filiera: aggregazione vuol dire avere la capacità di lavorare insieme e gli imprenditori stanno sempre più metabolizzando l’importanza della filiera.