I bonus spingono il mercato interno: il legno-arredo cresce a doppia cifra

La proroga dei benefici fiscali dovrebbe agevolare i consumi interni anche nei prossimi mesi, così come effetti positivi sono attesi dal programma di investimenti e riforme del Pnrr. Ma adesso c’è l’incognita della guerra

Un rifugio pensato all’insegna del comfort, uno spazio di libertà in cui poter fare esperimenti e concedersi dei capricci in termini di arredamento, o ancora un luogo che si fa sintesi di nuove esigenze, inglobando al proprio interno angoli dedicati al lavoro, allo studio o allo sport. Se il rapporto degli italiani con la propria casa è sempre stato solido, con la pandemia questo legame si è fatto ancora più stretto, tanto che la cura della propria abitazione ha assunto un ruolo centrale.

I dati di settore

A dimostrarlo sono anche i preconsuntivi elaborati dal centro studi di FederlegnoArredo secondo cui il settore ha chiuso il 2021 con un fatturato di oltre 49 miliardi di euroin salita del 14,1% rispetto al 2019. Il mercato italiano, in particolare, ha registrato una crescita del 18,5% rispetto al 2019 e del 28,9% sul 2020. Si tratta di un risultato che è stato trainato anche dalle agevolazioni fiscali messe in campo negli ultimi anni. Tra queste, il Superbonus al 110% e il bonus mobili, incentivo riservato a chi ha eseguito dei lavori di ristrutturazione sul proprio immobile o anche solo piccoli interventi di manutenzione ordinaria o straordinaria, che consente di ottenere una detrazione Irpef del 50% per l’acquisto di mobili nuovi e di grandi elettrodomestici, per un importo massimo di 10 mila euro. La proroga del Superbonus fino al 2023 e quella del bonus mobili fino al 2024 dovrebbe, inoltre, andare a beneficio dei consumi interni anche nei prossimi mesi, così come effetti positivi su questo fronte sono attesi dal programma di investimenti e riforme previsto nel Piano nazionale di ripresa e resilienza.

Sono positivi i risultati anche sul fronte dell’export che ha raggiunto un valore pari a oltre 18 miliardi di euro, in aumento del 20,6% sul 2020 e del 7,3% sul 2019, andando così a consolidare una ripresa delle esportazioni che sono arrivate a pesare per oltre il 37% sull’intero settore. Il report evidenzia la forte vivacità nel segmento dei prodotti del sistema casa di fascia alta, mentre la Francia si conferma primo paese di esportazione, con buone potenzialità anche per il futuro, pur trattandosi di un mercato maturo. Quasi tre quarti delle vendite estere totali della filiera sono stati realizzati dal macro-sistema arredamento e illuminazione che ha chiuso lo scorso anno con un fatturato a quota 26 miliardi di euro, in crescita dell’11% rispetto al 2019. Dati che vedono il mercato interno in crescita del 12,8% e l’export in salita del 9,4%.

In questo ambito spicca la buona performance dei sistemi per dormire, unico settore all’interno della filiera del legno-arredo che aveva mostrato nel 2020 una debole variazione positiva del fatturato alla produzione. Lo scorso anno il comparto ha registrato un incremento in valore per il giro d’affari del 15%, grazie soprattutto al buon andamento delle vendite sul mercato domestico (+20,9%). Mentre l’export ha visto un arretramento rispetto al 2020, pur risultando comunque in aumento sul 2019, grazie in particolare alla domanda proveniente da Stati Uniti, Regno Unito e Cina. 

Gli investimenti in innovazione

Questo scenario certifica come le imprese del legno-arredo abbiano saputo rispondere, meglio di altre, alla crisi degli ultimi due anni. E lo hanno fatto continuando a investire e innovare. Con l’obiettivo di stare al passo con le nuove esigenze del cliente e di offrire un servizio sempre più efficiente, sono aumentati infatti negli ultimi anni gli investimenti in soluzioni di automazione e l’uso di gestionali che puntano a ottimizzare i cicli di produzione e a offrire consegne sempre più rapide, senza aumentare i costi o compromettere la qualità.

Inoltre, le imprese del settore si sono mosse verso una maggiore digitalizzazione. Ad esempio, sviluppando durante la pandemia servizi come consulenze online e virtual showroom che intendono aumentare la vicinanza tra cliente e brand e promettono di continuare a tenere banco anche una volta terminata l’emergenza. Per le aziende del comparto si è poi fatto centrale il tema della sostenibilità, sempre più sentito dai consumatori, con iniziative che spaziano dall’uso di materiali riciclati o progettati in un’ottica di eco- design all’impiego di cicli produttivi che puntano a ridurre l’impatto sull’ambiente. 

Il nodo rincari

Dopo aver recuperato velocemente i livelli pre-Covid il settore si trova però a fronteggiare nuovi ostacoli. Tra questi, i rincari legati all’energia e alle materie prime, peraltro sempre più difficili da reperire, e i costi della logistica e dei trasporti che hanno portato le imprese a mettere in atto già negli ultimi mesi del 2021 un rialzo dei prezzi di listino. Passando per le incertezze legate alla guerra in Ucraina che quasi certamente si tradurrà in una nuova frenata dell’economia mondiale, con un conseguente calo dei consumi, in particolare di quelli ritenuti non essenziali. La filiera dovrà inoltre fare i conti con le conseguenze delle sanzioni imposte alla Russia in termini di importazioni ed export. Su quest’ultimo fronte il report evidenzia come, pur essendo diminuito negli ultimi anni, il peso della Federazione sulle esportazioni della filiera legno-arredo resta significativo (410 milioni di euro, secondo dati aggiornati a novembre 2021). Il macro-sistema arredamento e illuminazione vale in particolare circa 340 milioni di euro, con la Russia che si classifica nono paese di destinazione delle nostre merci, dietro a Cina, Spagna e Belgio. La Federazione si mostra infine strategica sul fronte dell’import di materia prima che nel 2021 ha raggiunto un valore di 136 milioni di euro, registrando un incremento rispetto al 2019 del 41,2%. 

Arredamento, fatturato a 500 miliardi di dollari nel 2021

L’industria dell’arredamento ha più che raddoppiato il suo volume a livello globale tra il 2000 e il 2021, raggiungendo lo scorso anno un valore di circa 500 miliardi di dollari (dai poco più di 200 miliardi del 2000). È quanto emerge da un report di Csil – Centro Studi Industria Leggera secondo cui la pandemia ha avuto un effetto limitato sul mercato dell’arredamento. Nel 2020 il giro d’affari del settore ha infatti visto solo un lieve decremento rispetto al 2019, per effetto della lunga permanenza forzata in casa che ha spinto le vendite di mobili, e questo ha consentito a tutto il comparto di tornare ai livelli pre-Covid e di superarli molto velocemente.

Il report prevede anche un’ulteriore crescita per il comparto nel 2022, con un fatturato in salita del 4% circa, trainato soprattutto dai paesi europei e asiatici. Una previsione che però potrebbe essere messa a rischio dai rincari legati all’energia e alle materie prime e dalle conseguenze economiche, specie per i paesi europei, della guerra in Ucraina.

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