È uno dei comparti più virtuosi del Made in Italy e sta vivendo una nuova “golden age“. Alimento immancabile nel carrello della spesa, le conserve ittiche rappresentano l’eccellenza della tradizione gastronomica italiana.
La storia delle conserve ittiche è frutto di secoli di memoria e cultura del Paese, tramandati di generazione in generazione. Un saper fare antico che ha saputo evolversi puntando all’innovazione pur restando fedele alla tradizione.
Premiati anche durante la pandemia, tonno in scatola, acciughe sotto sale e sott’olio, sgombri, sardine, salmone, vongole e antipasti di mare godono di ottima reputazione e crescita costante. Basti pensare che nel 2020 il mercato italiano delle conserve ittiche ha sfiorato i 2 miliardi di euro. Merito anche delle proprietà di lunga durata e facilità di conservazione, l’accessibilità, i valori nutrizionali al pari del pesce fresco, la versatilità, insieme all’assenza di barriere geografiche e culturali e la facilità nella ricettazione. Insomma, un vero e proprio match vincente.
A guidare produzione e consumo è il tonno in scatola. Lo mangiano tutti (99%), nel complesso oltre 1 italiano su 3 lo consuma 2-3 volte a settimana. Tra i giovani (di età compresa tra i 18-25 anni) questa percentuale sale al 41% (Fonte: Doxa 2021). Se è vero che i dati del 2020 parlano di un valore di mercato italiano di oltre 1,40 miliardi di euro, con una produzione nazionale di oltre 80.300 tonnellate e un consumo di oltre 160 mila tonnellate, è il confronto con gli anni precedenti che fa emergere come abbia conquistato le scelte del consumatore, con una scala di crescita esponenziale e costante sia in Italia sia all’estero.
Comparando i dati con quelli del 2011, si evince come il valore di mercato nazionale del tonno in scatola sia aumentato del 31,3%, la produzione italiana del 18%, il consumo pro-capite del 17,4% e le importazioni del 12,5%. Dati che confermano l’Italia uno dei più importanti mercati al mondo per il consumo di questo alimento e come secondo produttore europeo, dopo la Spagna. Per quanto riguarda il comparto conserviero ittico che, oltre al tonno in scatola, comprende anche acciughe, sgombri, salmone in scatola e sardine, il fatturato 2020 è di circa 405 milioni. Se si aggiungono poi le specialità e il salmone affumicato il valore totale del settore conserviero ittico sfiora i 2 miliardi di euro.
Versatili, pratiche, accessibili e buone, le conserve ittiche sono anche uno scrigno di proprietà nutrizionali sempre al passo con lo spirito dei tempi. Oggi sono entrate a far parte della normale spesa familiare come prodotto di alta qualità e al tempo stesso accessibile, coniugando gusto e salute per un’alimentazione basata sulla dieta mediterranea bilanciata. Parliamo di alimenti dotati di importanti caratteristiche nutrizionali, così come il pesce fresco, ma con il vantaggio che si conservano a lungo e che possono arrivare anche dove il pesce non c’è. Proteine nobili, minerali sono solo alcuni degli elementi essenziali di questi alimenti.
Nonostante l’avvento di nuove tecnologie di ultima generazione e tecniche di produzione che hanno permesso di innalzare ai massimi livelli gli standard qualitativi e igienico-sanitari, è l’essere umano l’elemento fondamentale, oltre che insostituibile. Dal capitano del peschereccio al suo macchinista, dal manovratore durante lo sbarco al veterinario pubblico che controlla il pesce in tutte le fasi di lavorazione, dai tecnici della cottura agli esperti della ricetta, dai pulitori ai selezionatori, dai meccanici dell’inscatolamento ai controllori della qualità, fino ai responsabili della logistica ed ai trasportatori, sono tante le professionalità che concorrono al successo della scatoletta di tonno.