La GDO archivia un 2020 eccezionale, caratterizzato dalla pandemia, ma il graduale ritorno a una nuova normalità ripropone i nodi strutturali del settore: margini calanti, e-commerce non redditizio e ascesa dei Discount.
Il 2020 della distribuzione moderna è atteso chiudere con un progresso del 5%, di cui l’1% attribuibile al boom del canale online. Incrementi marcati per i Discount (+8,7%), i Super (+6,8%) e i Drugstore (+6,6%). L’intero sistema, tuttavia, dovrebbe ripiegare dell’1,6% quest’anno, cumulando nel biennio un aumento del 3,3%.
Continua la crisi delle grandi superfici che si prevede perderanno il 4,8% nel biennio 2020-2021, mentre l’e-commerce (+60%) potrebbe arrivare al 3% del mercato già quest’anno, due anni in anticipo rispetto al 2023 previsto prima della pandemia. Si tratta però di un segmento che continua a registrare margini negativi per oltre il 10%. Grandi aspettative, dunque, ma risultati ancora deludenti.
Grazie alle mosse di alcune socità, è in aumento la concentrazione del mercato italiano: la market share dei primi cinque retailer è del 57,5% nel 2020 dal 52,8% del 2019. Il mercato italiano supera così quello della Spagna (50%), ma resta frammentato rispetto a Francia (78,1%), Gran Bretagna (75,3%) e Germania (75,2%). Conad detiene la maggiore quota di mercato con il 14,8%, seguita da Selex al 13,7% e dalle Coop al 12,9%.
La redditività rappresenta la vera sfida del settore: il Roi del sistema in Italia è calato dal 5,6% medio del 2015-2017 al 4,9% del 2019 (contro il 9% medio dei maggiori retailer esteri). Il trend discendente interessa tutti i segmenti che pure segnano livelli molto diversi: i Discount dal 20,1% al 16,6%, la Distribuzione Organizzata dall’8,8% al 7,8% e la Grande Distribuzione dal 6,7% al 4%. Dinamica analoga per l’ebit margin: dal 2,5% del 2015-2017 al 2,1% del 2019, con i Discount in questo caso in lieve crescita dal 4,7% al 4,9%, la Distribuzione Organizzata in calo dal 2,8% al 2,4% e la Grande Distribuzione in flessione dal 2,9% all’1,9%. Le Coop segnano sull’intero quinquennio un margine negativo, pari al -1,4% nel 2019.
Infine, quanto all’occupazione, nel 2019 la forza lavoro femminile nel settore è pari al 62,9% del totale in Italia contro il 60,3% dell’estero; il ricorso al part-time interessa il 52% dell’organico (43,8% all’estero).